In un futuro nel quale la società umana non ha saputo sfuggire al consumismo sfrenato, in un mondo che continua a bruciare e produrre senza sosta, tre giovani si imbattono nelle tracce di un remoto passato (il nostro presente), questo è il “c’era” o meglio “ci sarà una volta” che introduce Everything will change. Un racconto a cavallo tra presente e futuro che nasce dalla convergenza tra il fantascientifico ed il documentario.
La realtà che vivono i protagonisti è quella del 2054, futuro nel quale le catastrofiche previsioni della comunità scientifica si sono avverate una dopo l’altra, lasciando il pianeta completamente sfigurato rispetto a come lo conosciamo.
La società, sempre più immersa nella digitalizzazione, fatica a costruire una memoria collettiva soccombendo così alla paranoia sociale e all’isolamento collettivo. Tra le suggestive lande monocromatiche della terra del 2054 una fortezza, “l’arca”, ospita il ricordo di tutta la biodiversità scomparsa ed accoglie i tre protagonisti permettendogli di effettuare un viaggio nel passato alla scoperta delle ragioni del disastro ambientale.
Il film di Marten Persiel sfrutta saggiamente gli espedienti del cinema di finzione fantascientifico ed adotta allo stesso tempo uno stile documentario molto classico (interviste agli esperti, materiale di repertorio, ecc.). L’innovazione nella narrazione deriva esclusivamente dall’accostamento dei due generi e non da un’innovazione nella forma di questi.