One Second
(Yi miao zhong, Cina/2020) di Zhang Yimou (105')
SOTTO LE STELLE DEL CINEMA | introduce Marina Timoteo
(Yi miao zhong, Cina/2020) di Zhang Yimou (105')
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C’era una volta il cinema, c’era una volta la Rivoluzione culturale cinese, c’era una volta la censura, e almeno quella c’è ancora se l’ultimo film di Zhang Yimou, ritirato in extremis dalla Berlinale 2019 con le solite scuse risibili, esce solo dopo aver subito una serie di imprecisati “ritocchi”. Che peraltro non alterano la forza simbolica e visiva di questa fiaba doubleface. Il tono è eroicomico, il sottotesto politico, il ritmo indiavolato da vecchia Hollywood, anche se siamo in un paesino miserabile circondato dal deserto. E ogni personaggio, ogni azione, ogni colpo di scena, assume immediatamente un sapore iperbolico.
Non a caso nel 2009 il regista di Lanterne rosse ha firmato un remake (peraltro non esaltante) del primo film dei fratelli Coen, Blood simple, anche se qui si pensa soprattutto a Nuovo cinema Paradiso. Un paradiso di là da venire, che esiste solo nella propaganda del Partito (siamo nel 1975, alla fine della Rivoluzione Culturale). E nella sua arma più forte: il cinema appunto, rappresentato da un funzionario zelante e molto popolare detto “Mr. Film” che ogni settimana proietta un nuovo titolo a quel pubblico ingenuo e avido di consolazioni. Fino a quando una ragazzina lacera ma lesta non ruba per fini misteriosi una preziosa bobina del filmone in programma (Heroic Sons and Daughters, 1964). Inseguita da un misterioso forestiero, forse evaso dal vicino campo di lavoro, deciso a recuperare quella pellicola in cui pare appaia sua figlia. Il resto conviene scoprirlo in sala, ammirando il divertimento e l’ambiguità con cui Zhang intreccia materiali incendiari e non sempre compatibili.
Da un lato la nostalgia per un’epoca in cui il cinema era sogno collettivo e realtà tattile, 24 fotogrammi al secondo che si potevano anche guardare controluce (e ripulire tutti insieme appassionatamente, scena bellissima, se la pellicola finiva trascinata nella polvere), non un ammasso immateriale di byte. Dall’altro la miseria materiale e morale di un’epoca dominata dalle parole d’ordine del Partito. Anche se l’immaginazione è sempre più forte della realtà. E una ragazzina capace di inventare su due piedi storie mirabolanti, altra scena memorabile, sarà sempre più forte di un padre disperato ma meno fantasioso. Almeno fino a quando i due non capiranno che la loro battaglia, Mao o non Mao, è la stessa.
Fabio Ferzetti
Non dimenticherò mai certe scene dei film che guardavo da bambino. L’eccitazione e la felicità oltre le parole erano come un sogno. I film ci accompagnano mentre cresciamo. I sogni ci accompagnano per tutta la vita. C’è sempre un film in particolare che si ricorda per tutta la vita, e forse non solo il film stesso, ma anche il tipo di aspettativa che cattura... un desiderio di guardare le stelle. One Second è dedicato a tutti coloro che amano i film.
Zhang Yimou