L.A. Witch
Covo Club | Eventi stagione 2024/25
L.A. Witch
USA / post-punk / garage / Suicide Squeeze Records /
Le L.A. Witch hanno sempre emanato un’aura di disinvolta raffinatezza, sia che si manifestasse come il rock‘n’roll essenziale e laconico del loro omonimo album di debutto, che come l’avventurosa e bruciante austerità del loro secondo disco “Play With Fire”. La band — composta da Sade Sanchez (chitarra/voce), Irita Pai (basso) ed Ellie English (batteria) — è nata come un progetto informale, ma le canzoni sensuali e ammalianti, avvolte nel riverbero, hanno fatto colpo con il pubblico, portando il progetto oltre il circuito ristretto di amici e colleghi nel sud della California verso una platea più ampia.
Nel loro nuovo album, “DOGGOD”, il trio spinge il proprio lavoro creativo oltre i confini precedenti, sia in termini artistici che geografici, scegliendo di comporre il disco a Parigi e registrare le tracce presso i Motorbass Studio sulla Rue des Martyrs. “DOGGOD” esplora territori sonori più vasti, utilizza un arsenale più ricco di timbri e affronta temi esistenziali e cosmici più ampi, pur mantenendo il tratto distintivo della band: un senso di proibito, abbandonato e inquietante.
“DOGGOD” è un modo per affrontare l’enigma universale intrecciato nella natura spirituale dell’amore e della devozione.
“Mi sento come una sorta di serva o schiava dell’amore,” dice Sanchez. “C’è la volontà di morire per amore, nel processo di servirlo, di soffrirne o di cercarlo… proprio come farebbe un cane fedele e devoto”.
Il titolo dell’album è un palindromo che fonde insieme le parole DOG (cane) e GOD (Dio) — un’esaltazione della sottomissione e una sovversione del divino. È un omaggio alla purezza dei cani e un riconoscimento del loro amore incondizionato e della loro natura protettiva, in contrasto con i significati dispregiativi spesso associati a questa specie.
“Esiste un legame simbolico tra le donne e i cani che esprime la posizione subordinata della donna nella società,” spiega ancora Sanchez. “E qualsiasi cosa incarni caratteristiche divine non ha mai meritato di essere usata come insulto”. Queste esplorazioni contraddittorie tra amore e sottomissione si manifestano nella fusione della tipica alchimia garage della band con un nuovo innesto al profumo di post-punk.
Alla fine, “DOGGOD” rappresenta perfettamente l’approccio delle L.A. Witch. È allo stesso tempo romantico e minaccioso, reverente e profano, una celebrazione e un lamento. Trova il filo che unisce passato e presente, rielaborando suoni familiari per l’era moderna. Ma segna anche l’inizio di una nuova fase per la band, che guarda oltre i ricordi in Kodachrome dell’America di metà secolo per scavare più a fondo nelle energie medievali e gotiche di Parigi e oltre, sondando anche l’interiorità di un cuore contaminato.