Bologna Estate racconta #11

Al parco del DLF in Bolognina un nuovo progetto per l’estate curato da Locomotiv Club

In una Bologna che non smette mai di reinventarsi, una balera tropicale spunta in città, fondendo tradizione e ritmi esotici. Quando i parrocchetti dal collare incontrano il liscio bolognese, nasce Tropical Balera, un progetto di Locomotiv Club frutto dell'unione tra cultura locale e internazionale, che trasforma il Parco del Dopo Lavoro Ferroviario in un vivace centro di socialità e arte.

Ne parliamo con Gianfilippo Di Bari, Rebecca Bini e  Giovanni Gandolfi.


Cosa ci fa una balera tropicale a Bologna? E soprattutto come nasce l’idea di questo nome?

Lo spunto per il nome della rassegna è arrivato casualmente dalla lettura di una notizia su un quotidiano locale. Era stata segnalata una diffusione a macchia d’olio di pappagallini verdi in tutti i parchi cittadini. Anni fa nei pressi di Budrio, un allevatore aprì improvvisamente la voliera dove teneva alcune coppie di questi uccelli. I Parrocchetti dal collare, una specie considerata invasiva perché aliena in città e in forte espansione, sono stati avvistati anche sugli alberi centenari del DLF e sono la manifestazione della globalizzazione e delle problematiche legate al clima. Con la loro identità tropicale, hanno contribuito a connotare la nostra nuova balera. 

 

Tropical Balera rappresenta una svolta rispetto alla tradizionale programmazione del Locomotiv Club. Questa rassegna include una serie di attività che vanno oltre i concerti, come corsi di yoga, workshop di balli swing, laboratori di uncinetto e acquerello. Qual è stata l'ispirazione dietro questo nuovo progetto? Come avete scelto queste attività e qual è il vostro obiettivo principale?

Per la rassegna estiva l’obiettivo era quello di valorizzare l’ampio spazio esterno che circonda il Locomotiv Club e, in generale, il Parco del Dopo Lavoro Ferroviario, celebrandone proprio la dimensione popolare e periferica.
I laboratori, i mercatini e i balli sono stati scelti, affiancando gli immancabili concerti e Dj set di global music (centrale nella programmazione invernale e nell’attività di produzione discografica della Locomotiv Records), come occasioni per stimolare la socialità in un luogo che da sempre viene intensamente vissuto e frequentato, in continuità con il lavoro decennale che impegna l’associazione nella promozione culturale. 

In questi mesi volevamo, inoltre, coinvolgere una parte ampia di frequentatorə del parco che ha interessi extra musicali e che non bazzica regolarmente il Club. Per questo abbiamo coinvolto e invitato le realtà giovani ad occupare lo spazio comunitario della balera con attività da fare in gruppo, in quasi tutti i casi gratuite. 

Si sono alternati workshop di ballo Swing insieme al gruppo The Happy Swingers, laboratori di ballo liscio e filuzzi bolognese con Carlo Pelagalli, lo Yoga in Quartiere giovane e open air di Aurora Farli, il Club dell’uncinetto queer del Collettivo Rosole, il mercatino di artigianato artistico Calypso Market e quello secondhand di Ravanare Market, appuntamenti con l’associazione Emiliana Mölkky che si occupa di promozione dell’omonimo gioco finlandese, laboratori di sensibilizzazione legati alle tematiche di genere con Roadto50% e ancora lezioni di giardinaggio sulle piante tropicali con l‘influencer Green Heart Geek e tanti laboratori artistici con creativə. Inoltre, Tropical Balera ha varcato i confini del Parco del DLF: Locomotiv Club e Tatanka infatti hanno collaborato realizzando una rassegna di concerti che hanno visto sul palco del Giardino Penazzi nomi come Giorgio Canali, Any Other, Black Lips, Amalfitano e le due band prodotte da Locomotiv Records: Nadt Orchestra e Fusai Fusa. 

 

Locomotiv Club è noto per portare band e artisti della scena contemporanea internazionale. Con la rassegna Tropical Balera, che combina il liscio con musiche tradizionali non italiane, la scelta di includere la filuzzi e ritmi internazionali come la cumbia è piuttosto innovativa e audace. Quale messaggio volete trasmettere attraverso questa combinazione di generi musicali ovvero perché portare una balera tropicale alla Bolognina? 

I ritmi internazionali, la musica ibrida e sperimentale, la global music più colta sono da sempre le aree di interesse e di ricerca di Locomotiv. Scegliere alcuni di questi suoni anche per la rassegna estiva, in particolare quelli sudamericani e del Mediterraneo, ma nelle loro forme più popolari e aggregative, ci è sembrato naturalmente compatibile con la musica popolare più celebre di casa nostra: il liscio (e la filuzzi bolognese che speriamo si ponga al centro di una rivitalizzazione ampia e transgenerazionale). 

Le balere con il liscio, cosí come le Roda de Samba brasiliane o gli incontri di cumbia, nascono come momenti di incontro di una comunità, in cui le persone si riconoscono e ritrovano, e la musica e il ballo sono un pretesto per stare insieme. La nascita di una balera tropicale in Bolognina ha significato creare un luogo di socialità che celebrasse non solo la musica, ma anche l’arte e la cultura come strumenti di avvicinamento e incontro. 

I protagonistə di questa programmazione, tradizionalissima e allo stesso tempo molto contemporanea, sono statə gli artistə che, sulla scena, rappresentano al meglio questi generi o la loro commistione: L‘Orchestrina di Molto Agevole di Enrico Gabrielli, il trio di liscio protofemminista Emisurela, il cantautore Banadisa con le sue storie del Polesine unite alle cumbie del Sudamerica, la world music kitsch e romagnola dei Supermarket ; il filologo della filuzzi bolognese e del mandolino Antonio Stragapede

Non solo concerti: tra un live e l’altro, ci sono stati i set di Taha (FusaiFusa); deFe (Atlantico Festival); Rosalita (Banadisa); Madre (Cassero) e il laboratorio aperto di filuzzi bolognese con Carlo Pelagalli e Mara Montanari, assolute autorità di settore, hanno portato avanti un’indagine danzereccia e mai banale dei suoni di Tropical Balera. 

 

Quale ruolo gioca la diversità culturale della Bolognina nel modellare le attività e gli eventi di Tropical Balera? E come ciò contribuisce a creare un ambiente accogliente e inclusivo per i partecipanti? 

Come noto ai più, la Bolognina racchiude in sé due anime fortemente identitarie: quella operaia e popolare e quella più multietnica di Bologna. 

Storicamente, nel quartiere, operai e impiegati si sono ritrovati vis a vis in centri sociali, bocciofile (il Locomotiv ne è un esempio) e teatri, per passare le ore libere dal lavoro in compagnia di amici e famiglia. Oggi, la Bolognina è abitata da tante anime diverse: famiglie, studentə fuori sede, erasmus, lavoratorə stranieri, adolescenti e turistə, ma conserva ancora, inflessibile e resistente, la memoria geografica e culturale del suo passato. 

Come dicevamo sopra, la nostra balera tropicale, luogo di socialità e ballo multigenerazionale e multiculturale, vuole trasformarsi sempre di più nel tempo, in uno spazio che si prende cura di questa diversità, cercando di parlare più linguaggi ed essere aperta a tuttə. 

 

Uno degli aspetti distintivi di Tropical Balera è l'uso creativo degli spazi del Parco del DLF. Come avete ripensato questi luoghi per adattarli alle nuove attività? 

Prima di essere un Club, Locomotiv è un'associazione che organizza festival e attività all’interno del Parco del DLF da oltre 18 anni. Ripensare gli spazi del parco relativamente alle esigenze artistiche e logistiche, fa certamente parte del suo DNA. 

Per Tropical Balera, abbiamo pensato che il modo migliore per accogliere più attività possibili fosse installare una pista, illuminata e circondata dal verde come quelle delle balere di una volta. La pedana di legno vicino alla bocciofila é stata la soluzione che ci ha permesso di dare un nuovo potenziale, decisamente polivalente, a questo spazio. 

 

Il murale "The intimacy of being understood" di Andrea Corvino ha ispirato l'artwork e gli allestimenti di Tropical Balera. Potete raccontarci di più su questa collaborazione artistica e sul significato del murale nel contesto del vostro progetto? 

Il lunghissimo murale di Andrea Corvino, con i suoi 32 metri, è stato al centro di un momento di riqualificazione che ha investito l’area più problematica e abbandonata del parco del Dopolavoro. Quella della fontana. 

L’artista ha unito gli elementi identificativi del suo lavoro con una rilettura dello spazio del parco, creando un’opera site specific: dai colori vibranti a campiture piatte tipici delle sue opere a quelli simbolicamente rappresentativi del luogo come il rosso iconico di Locomotiv Club, dal richiamo al mondo animale e vegetale urbanizzato all’interpretazione di elementi di arredo come gli allestimenti originali decò del DLF (le teste di leoni delle panchine e le forme geometriche della fontana). 

La scritta The intimacy of being understood che dà il titolo al murale é stata volutamente dipinta in modo da essere nascosta da un vecchio albero di fico. “Volevo rimanesse un po’ più intima rispetto al resto. L’intento era creare una relazione tra muro e albero, come una sorta di tresca segreta”racconta lo street artist. 

 

Parlando del posto dove si svolge Tropical Balera, il Locomotiv Club, vi chiedo: com’è nata l'idea di trasformare una vecchia bocciofila del Parco del DLF, luogo che si stava pian piano spegnendo, in quello che oggi rappresenta uno dei locali di musica più conosciuti in città, e quale impatto ha avuto questa trasformazione sulla comunità locale nel corso degli anni? 

Locomotiv Club nasce dall’esigenza dei fondatori di avere uno spazio da abitare attraverso la propria passione: la musica. Il background comune a tutti era quello artistico e musicale. Avevamo bisogno di un luogo dove poter creare insieme nuovi progetti. Questo è stato il nostro obiettivo primario. 

La comunità limitrofa e più in generale dell’area della Bolognina ha reagito positivamente all’insediamento nell’ex bocciofila indoor. Sicuramente ha visto nelle attività di Locomotiv Club un presidio di socialità e una possibilità di sviluppo culturale all’interno di un’area trascurata. Per le persone del quartiere è stata sicuramente  un’opportunità per vivere uno spazio che prima era mal frequentato e poco sicuro. 

Questo progetto punta molto sulla socialità e la cultura condivisa e il nuovo programma sembra voler attrarre un pubblico diverso da quello abituale del Locomotiv Club. Quali feedback avete ricevuto finora e come pensate che queste iniziative possano influenzare la percezione della periferia della Bolognina? Avete notato la partecipazione di nuove fasce di pubblico che normalmente non frequentano i vostri eventi? 

Una delle qualità di lavorare in questo spazio é che, appunto, il pubblico è estremamente variegato per età e interessi. Oltre agli avventorə dei concerti e delle serate, l’area e il chiosco bar di Tropical Balera sono frequentati da studentə universitari che preparano esami, giovanə lavoratorə che fanno smart working, famiglie con bambini, o padronə di cani che usano il vicino sgambatoio. 

I feedback che ci arrivano sono più che positivi e le persone riconoscono il valore di avere nel quartiere la nostra balera che contribuisce a creare un immaginario di luogo vivibile e a misura d’uomo. 


Guardando al futuro, come pensate che Tropical Balera possa evolvere? 

In queste estati bolognesi sempre più tropicali, vorremmo rendere più centrale il ballo, anche quello amatoriale e spontaneo. Quindi molti più appuntamenti settimanali di liscio e serate di cumbia. 

 

Cosa dobbiamo aspettarci dopo ferragosto? 

Per settembre, Tropical Balera tornerà con alcuni dei suoi appuntamenti fissi come i workshop, i corsi di yoga, i laboratori di Swing e di liscio, i tornei di Molky. Il week end del 21 e 22 settembre tornerà anche lo storico torneo di calcetto Tutto Molto Bello fra etichette indipendenti in collaborazione con Panico Concerti.La rassegna estiva si concluderà il primo week end di ottobre con Urca, il festival dedicato all’illustrazione, alle arti visive e al fumetto. Questi appuntamenti affiancheranno le prime date della stagione indoor di Locomotiv Club.