Dal 1961 al 1970: L’esplosione giovanile degli urlatori

Il beat e la nuova generazione riscrivono linguaggi e costumi. La leggerezza iniziale si trasforma in coscienza collettiva e lascia spazio alla nascita della canzone politica e a nuovi linguaggi musicali. 

Sull'onda del rock'n'roll americano nasce in Inghilterra il beat, e con esso un'evoluzione culturale che non influenza solo la musica, ma tutti gli ambiti della comunicazione negli anni '60. 

I film “I ragazzi del juke-box” e “Urlatori alla sbarra”, entrambi di Lucio Fulci, interpretano il movimento musicale nascente, di cui Gianni Morandi sarà uno tra i massimi esponenti insieme allo stesso Celentano - che ne è protagonista - Rita Pavone e molti altri. 

Le sonorità del beat hanno euforia, entusiasmo e sono dedicate alla formazione di un'identità giovanile nuova e prorompente.  

Nascono moltissime band, spesso ispirate ad artisti stranieri, e il movimento musicale bolognese cresce sempre più. Solo per citarne alcune, ci sono i Jaguars, i Judas di Martò, i Meteors di Jimmy Villotti, i Golden Rock Boys di Andrea Mingardi, Babbo e Gli Sguardi, Les Copains, Silvano Silvi e Gli Erranti, i Kriminals, I Sagittari e infine Le cinque lire, in cui convergeranno Gaetano Curreri, Iskra Menarini e il chitarrista Ricky Portera, che accompagnano Vasco Rossi nei primi concerti.  

Proprio questo contesto cittadino di fermento positivo farà emergere alcuni degli artisti di maggior successo del panorama nazionale. Nel '60 Lucio Dalla si mette in luce come clarinettista, vincendo il Festival Europeo del Jazz con la Rheno Dixieland Band. Entrato nei Flippers, anche come voce, si avvicina poi al percorso solista grazie a Gino Paoli. La sua prima partecipazione al Cantagiro del '64 è deludente, ma nel '66 debutta a Sanremo con il brano “Pafff... Bum”, abbinato agli Yardbirds. Il brano è incluso nel suo primo album, “1999”, realizzato insieme a Gli Idoli, band bolognese che lo accompagnerà fino al '72, quando avvierà la collaborazione con il poeta Roberto Roversi. 

Nel ’62 esordisce Gianni Morandi con “Andavo a cento all'ora” e “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”. Tra il '64 e il '65 pubblica “In ginocchio da te”, “Non son degno di te” e “Se non avessi più te”, trionfando ai festival e al cinema. È un'evoluzione nella sua immagine artistica, un percorso sempre più maturo che porterà alla pubblicazione di “C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, dedicata alla guerra in Vietnam. Una narrazione impegnata che sarà espressa anche dai Pooh. Nati nel '66 dai bolognesi Jaguars, quello stesso anno presentano “Brennero '66”, contenuta nel loro primo album “Per quelli come noi” e riferita al terrorismo Altoatesino.  

Il beat italiano sente il bisogno di raccontare nuovi temi, più impegnati e allineati con i movimenti giovanili che si interrogano sulla guerra, sul lavoro, sui diritti e la società: temi che infiammeranno gli anni '70, anche a Bologna. 

Nel '67 nasce Il Canzoniere delle Lame, fondato da Janna Carioli e Gianfranco Ginestri, che raccoglie la cultura dei canti politici e tradizionali legati alle mondine, ai partigiani e alla cultura popolare. Il primo LP, intitolato “Canti di protesta”, è pubblicato nel 1970 e dà il via a un'intensa attività, nazionale e internazionale, viva fino al 1987. 

Oltre trent’anni dopo, nel 2019, verrà prodotto il docufilm “Gli anni che cantano”, dedicato alla storia del gruppo. Realizzato dal regista Filippo Vendemmiati, coinvolge anche Alberto Cazzola de Lo Stato Sociale e Giacomo Gelati degli Altre di B. 

Sempre nel '67, Francesco Guccini esordisce con l'album “Folk beat n° 1”, offrendo un importantissimo contributo nel rapporto tra il folk e il nascente movimento dei cantautori. Guccini propone un nuovo approccio, più legato all'influenza americana di Bob Dylan; alternativo anch'esso, come il beat, ma introspettivo, irriverente, in cui l’ascolto è protagonista assoluto. 

Sono gli anni della Bologna delle osterie, che diventano luogo di confronto, svago e cultura in cui hanno spazio musica e cabaret. Lo stesso Guccini aprirà nel '70 l'Osteria delle Dame, insieme a padre Michele Casali, che sarà per anni un salotto culturale di importanza nazionale. Lo stesso ruolo avrà la Trattoria Da Vito, nella Cirenaica di via Paolo Fabbri, dove Dalla e altri artisti si ritrovano insieme a Guccini e dove nascerà artisticamente Luca Carboni. In città sono attive anche il Club 37, l'Osteria dei Poeti e molte altre.  

Bologna accoglie da tempo artisti internazionali, tra cui i Platters, Paul Anka e altri grandi interpreti richiamati dalle varie edizioni del Jazz Festival organizzato da Alberto Alberti e Cicci Foresti. I concerti dei Rolling Stones nel '67 e di Jimi Hendrix nel '68 al PalaDozza portano sonorità più ruvide e contaminate dal blues.  

Il rock è più del beat e la distorsione propone sfumature nuove. Il beat dovrà subire questo cambiamento, non solo a Bologna e non solo in Italia.