Musica in programma. Quarant’anni di divulgazione musicale in Rai-tv - di Anna Scalfaro

Il libro intende ricostruire le linee principali della storia della divulgazione musicale in Rai-tv dal 1954, anno d’inizio delle trasmissioni in Italia, fino ai primi anni Novanta

Il libro –  Musica in programma. Quarant’anni di divulgazione musicale in Rai-tv (Udine, Nota, 2020) – intende ricostruire le linee principali della storia della divulgazione musicale in Rai-tv dal 1954, anno d’inizio delle trasmissioni in Italia, fino ai primi anni Novanta, periodo in cui lo scenario televisivo muta radicalmente, in conseguenza anche del diffondersi delle pay-tv.

Nei primi trent’anni di attività, la divulgazione della musica in Rai-tv si esplica, oltre che con la messa in onda di eventi operistici e sinfonici, anche con l’ideazione e realizzazione di programmi pedagogico-educativi, affidati a importanti musicologi: è il caso di “Specchio sonoro” (1964), in cui Roman Vlad illustra vita e opere di grandi compositori del Novecento, inquadrandoli nel contesto storico-culturale e illustrandone le caratteristiche tecnico-compositive.

Fra gli anni Settanta e Ottanta i programmi con espliciti intenti educativi, dominati dalla figura del docente-esperto, cedono il passo a programmi più vicini al genere “inchiesta”, in cui predomina l’approfondimento della notizia, l’indagine della dimensione attuale. In “Tutto è musica” (1980) Vittorio Gelmetti affronta il fenomeno musica, evitando distinzioni qualitative di generi, epoche e civiltà.

Nel decennio successivo nelle trasmissioni con intenti divulgativi si tende a impiegare un linguaggio sempre meno specifico e a prediligere i legami tra la musica e le altre dimensioni della vita: in “L’amore è un dardo” (1993) Alessandro Baricco illustra la trama di un’opera lirica, arricchendo il discorso mediante divagazioni e libere associazioni con temi tratti dalla vita quotidiana. 
Mediante una mappatura ragionata e l’approfondimento di numerose trasmissioni televisive sulla musica, il libro vuole offrire un’analisi dei programmi intesi come “testi”, da leggere e interpretare in un’ottica non solo sociologica, ma anche storico-musicologica e storico-pedagogica.

La ricerca è partita da due questioni essenziali:

- stabilire se e in che modo alcune rubriche televisive di divulgazione musicale hanno contribuito alla diffusione e allo sviluppo della cultura musicale degli italiani

- se e per quale ragione alcune tipologie di programmi hanno avuto più lunga vita rispetto ad altre.

Anna Scalfaro è Professoressa associata presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Svolge le sue ricerche negli ambiti della storia della musica contemporanea e della pedagogia musicale. In particolare si occupa di storia dell’educazione musicale nella scuola italiana, di divulgazione della musica sui media, di produzione lirica da camera nel Novecento italiano.