Dal 1945 al 1950: Musica, rinascita e ricostruzione culturale
La guerra è finita! Bologna riscopre l'entusiasmo di vivere attraverso la musica, il ballo, le sale e la filuzzi, e gli artisti sono i primi interpreti di questa nuova ventata di libertà espressiva.
Il 21 aprile 1945 Bologna viene liberata dalle Forze Alleate. La città è fortemente provata dalla guerra e dai bombardamenti, ma è vivo l'entusiasmo per la fine del conflitto e la conclusione del fascismo.
Già dalla tarda primavera alcuni teatri e sale da ballo riprendono l'attività, seppur limitatamente. La musica scopre una nuova energia, grazie soprattutto alla contaminazione della cultura statunitense, proibita durante il regime: il Fascismo aveva infatti limitato l'influenza swing a pochi artisti, come il famosissimo Alberto Rabagliati e il Trio Lescano.
La musica racconta l’esperienza traumatica, individuale e collettiva, della guerra.
Luciano Bonfiglioli, catturato in guerra e deportato in un campo di prigionia negli Stati Uniti, fa notare le proprie doti canore e viene inserito in un gruppo che si esibisce con la US Army. Tornato in Italia, avvia una nuova carriera. Si inserisce in più orchestre e incide la famosa “Lettere d'amore” nel '47, parte della colonna sonora del film “Gli amanti del sogno” di William Dieterie, uscito nel 1945.
Adriano Ungarelli, conosciuto come Adrianéin, durante il conflitto viene deportato in Germania ma riesce a fuggire perché creduto morto durante un'esecuzione collettiva. È considerato tra i più importanti cantanti dialettali di Bologna ed è il principale interprete di “Bela Bulaggna”, composta da Leonildo Marcheselli. È celebre anche la sua interpretazione del brano “El redder”, scritto da Carlo Musi, il più importante autore della canzonetta dialettale bolognese.
Nilla Pizzi è un'operaia della sezione radiofonica della Ducati. Esordisce nel 1944 con l'etichetta Parlophon registrando “Valzer di primavera” e “Ronda solitaria”, ma solo dal '46 conosce la notorietà cantando nell'orchestra del maestro Cinico Angelini. Ufficialmente legata all'etichetta La voce del padrone, registra anche per la Cetra, la Fon e la Mayor con vari pseudonimi. Diventerà una diva negli anni ’50 grazie alla nascita del Festival di Sanremo.
Renzo Angiolucci lavora alla Ducati insieme a Nilla Pizzi, con la quale si esibisce occasionalmente. Entra nell'orchestra di Alda Scaglioni, insegnante di canto di Bologna, maestra anche di Gianni Morandi che, anni più tardi, studierà con lei e farà parte della stessa orchestra. La carriera di Angiolucci non raggiungerà mai la notorietà nazionale, pur essendo caratterizzata da un'intensa e proficua attività che lo porterà a ricevere i complimenti di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong.
Leonildo Marcheselli è considerato il padre della filuzzi, espressione artistica tipica di Bologna che interpreta in modo nuovo e originale la contaminazione tra jazz, liscio, polka, mazurka e valzer. Attivo già negli anni '30, Marcheselli cambia stile fondando il primo trio filuzziano composto dal caratteristico organetto bolognese, dalla chitarra e dal contrabbasso. È un'importante evoluzione che si estenderà poi al quartetto.
La musica di questi anni è dedicata al ballo, all'intrattenimento e alla condivisione. Descrive la voglia di vivere e il desiderio di leggerezza della generazione che ha attraversato il conflitto.
Giorgio Consolini esordisce nel 1947 con il brano “Mandolinate a sera”, pubblicato con la CGD di Teddy Reno. Il suo successo è immediato e gli permette di realizzare oltre 20 differenti incisioni nello stesso anno, tra cui “Polvere e cenere”. Consolini entra poi nelle orchestre dei maestri Cinico Angelini e Armando Fragna, che dominano la musica in Italia.
Molti artisti che faranno la storia della musica a Bologna sono ora appena nati: Francesco Guccini nel '40, Lucio Dalla nel '43 e Gianni Morandi nel '44, solo per citarne alcuni.
Nei decenni che seguiranno la musica diventerà sempre più veicolo di espressione sociale per dare forma a emozioni, sentimenti, introspezioni e diversità. Romperà schemi e si evolverà in modo eterogeneo e conflittuale, raccontando e cercando di interpretare la vita.
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