5 novembre 2018, 21:15

Clayton-Hamilton Jazz Orchestra with special guest Cécile McLorin Salvant

Teatro Duse, Via Cartoleria, 42 40124 Bologna

Bologna Jazz Festival 2018

CLAYTON-HAMILTON JAZZ ORCHESTRA
with special guest CÉCILE McLORIN SALVANT

Cécile McLorin Salvant - voce
Jeff Clayton - sax alto, arrangiamenti e direzione
John Clayton - contrabbasso, arrangiamenti e direzione
Jeff Hamilton - batteria, arrangiamenti e direzione


Semplice e diretta è la definizione della Clayton-Hamilton Jazz Orchestra data da DownBeat: “la migliore big band d’America”. E non sembra un superlativo buttato lì a caso se si scorre l’elenco degli artisti che si sono esibiti o hanno inciso in veste di solisti con l’orchestra: Diana Krall, Nancy Wilson, Dee Dee Bridgewater, Charles Aznavour, John Pizzarelli… Lista alla quale si aggiunge ora Cécile McLorin Salvant, la vocalist che sta segnando una sorta di rinascimento nel canto jazz afroamericano. Per lei John Clayton ha creato un nuovo set di arrangiamenti appositamente per il tour che farà tappa anche al Bologna Jazz Festival.

Attiva dal 1986, la Clayton-Hamilton Jazz Orchestra raccoglie i migliori strumentisti dell’area di Los Angeles. Cosa davvero peculiare è la leadership condivisa dai suoi tre fondatori: Jeff Hamilton e i fratelli Jeff Clayton e John Clayton. Nella direzione come all’interno dei ranghi orchestrali è palese un forte senso di cameratismo, tipico di una grande famiglia musicale.
Jeff Hamilton, alla batteria, è un vero propulsore ritmico, dalle inestimabili esperienze: con Oscar Peterson, Ray Brown, Monty Alexander, Lionel Hampton, Woody Herman, L.A.4, Ella Fitzgerald, la Count Basie Orchestra, Rosemary Clooney, Natalie Cole, Diana Krall, Milt Jackson, Barbara Streisand, Mel Tormé, Benny Carter, Lalo Schifrin, George Shearing, Dr. John, Clark Terry, Harry “Sweets” Edison, Gene Harris… Semplicemente il batterista che i grandi vogliono al proprio fianco, e a sentirlo swingare si capisce presto il perché.
Jeff Clayton emerge come uno dei principali solisti della formazione. Anche il suo pedigree jazzistico è impressionante: ha suonato con Ella Fitzgerald, Woody Herman, Lionel Hampton, Lena Horne, la Count Basie Orchestra sotto la direzione di Basie… Ma si può ascoltare il suono del suo sax anche nelle canzoni di icone della musica popolare come Michael Jackson, Madonna, Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Joe Cocker, B.B. King, Ray Charles…
A John Clayton va il merito per gli arrangiamenti imprevedibili e distintivi che conferiscono al tipico format della big band un aspetto musicale completamente rinnovato rispetto alla tradizione. Già membro della Count Basie Orchestra (1977-79), prima di dare vita alla Clayton-Hamilton Jazz Orchestra è stato per cinque anni contrabbassista principale dell’Amsterdam Philharmonic Orchestra. Anche nel suo caso le collaborazioni sono innumerevoli e altolocate: Diana Krall, Paul McCartney, Dee Dee Bridgewater, Queen Latifah, Charles Aznavour, Whitney Houston, Carmen McRae, Quincy Jones…

Cécile McLorin Salvant è la nuova punta di diamante del canto jazz profondamente ancorato nella matrice afroamericana. In appena un decennio di attività, ha già pienamente confermato il pronostico fatto in occasione del suo debutto da Stephen Holden del New York Times: “Se c’è qualcuno che può portare avanti la discendenza delle tre grandi – Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan – è questa giovane virtuosa”.
Nata (nel 1989) e cresciuta a Miami, inizia lì gli studi di canto classico, che poi prosegue in Francia ad Aix-en-Provence, dove si trasferisce nel 2007. È qui che uno dei suoi insegnanti, il sassofonista Jean-François Bonnel, la indirizza verso il jazz e nel 2009 ne patrocina col suo gruppo l’esordio discografico. Dopo appena un anno dal quel primo passo inaspettato nella musica jazz si aggiudica la Thelonious Monk International Jazz Competition, la principale porta di accesso per i giovani talenti verso le alte sfere del professionismo musicale. Da allora Cécile ha pubblicato altri tre dischi, conquistando con essi ben due Grammy Award per il miglior disco di jazz vocale (nel 2016 con For One to Love e nel 2018 per Dreams and Daggers) e due primi posti nel referendum dei critici di DownBeat (nel 2014 con WomanChild e poi grazie a Dreams and Daggers).
Nella sua personale visione della musica afroamericana, jazz, vaudeville, blues e folk sono strettamente interconnessi. I temi affrontati nelle canzoni, spesso ripescate da repertori dimenticati, sono ‘forti’ e permettono alla sua voce di esibire tutta la sua intensità interpretativa, sostenuta da un ampio registro il cui perfetto controllo rivela la formazione classica operistica.

L’evento è parte di Bologna Jazz Festival 2018