Parlare di Bologna senza citarne la fervida realtà musicale che la contraddistingue è praticamente impossibile.
Soprattutto da quando, nel 2006, essa è stata dichiarata Città Creativa della musica dall’UNESCO.
Camminando per le vie del centro
Camminando per le vie del centro, la toponomastica bolognese ci fa capire quanto questa città abbia intrinseca, nella propria storia, la cultura della musica.
Per esempio, nel cuore della città troviamo Piazza Verdi, dove si erge l’imponente Teatro Comunale, che in passato ha più volte ospitato le “prime” del celebre operista. Poco distante vedremo Largo Respighi, intitolato ad uno dei più grandi compositori italiani di musica sinfonica, nato proprio in questa città.
Proseguendo la passeggiata nelle adiacenti via Petroni e via Belle Arti, non si può fare a meno di notare alcuni negozi che espongono violini artigianali; questa è la realtà tangibile di quella che è stata l’arte liutaria a Bologna, che ha origine medievale, ma vive il culmine dell’attività nel XIX secolo.
Risalendo il centro, e portandosi verso via Barberia, ci si imbatte in quella che attualmente è la sede universitaria del DAMS (Dipartimento di Arte, Musica e Spettacolo), fucina della ricerca musicologica della città.
La storia musicale di Bologna
Tornando indietro nella storia, le prime tracce riguardanti l’attività musicale bolognese risalgono al Duecento, ma il fermento vero e proprio va a coincidere con gli anni in cui la città fu soggetta all’amministrazione pontificia.
A partire dal XV secolo, infatti, in ciascuna delle più importanti chiese della città prende vita la realtà delle cappelle musicali, dei corpi organizzati di musici guidati da un maestro di cappella che, oltre ad essere impiegati nel servizio liturgico, fungono da vere e proprie scuole di musica.
In questo contesto emerge la figura di padre Giambattista Martini, compositore, teorico ed eccelso didatta della musica, una delle personalità più insigni del Settecento musicale europeo.
Parallelamente alla realtà ecclesiastica, a Bologna nascono luoghi adibiti agli spettacoli pubblici.
Tra il XVI e il XVII secolo, vengono inaugurati il Teatro del Pubblico nel Palazzo del Podestà in piazza Maggiore, il Teatro Formigliari e il Teatro Malvezzi.
Nel corso del Seicento, vengono fondate varie Accademie, con l’obiettivo di promuovere ulteriormente l’attività musicale, e di incrementare, inoltre, l’educazione in merito alla teoria e alla prassi della musica. La celeberrima Accademia della Filarmonica prende vita proprio in questi anni, e sarà luogo di aggregazione per personalità musicali di tutt’Europa, come ad esempio Wolfgang Amadeus Mozart, André Grétry, il Farinelli, e lo stesso Padre Martini.
A fine Settecento, gli ordini religiosi vengono soppressi e l’istruzione musicale viene totalmente affidata al Liceo Filarmonico, per permettere agli allievi di usufruire gratuitamente dell’istruzione nell’arte della musica.
Dal 1933 la Musicologia compare all’interno dei corsi universitari, e nel 1971 viene creato il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), che darà per sempre una collocazione accademica a questo settore.
Dal dopoguerra ad oggi
Il viavai di musicisti che caratterizza Bologna non si arresta, anzi, nel dopoguerra la città diviene ambitissima meta per i cultori della musica jazz. Il tutto culmina nel ventennio tra gli anni ’50-’70 quando, in occasione delle edizioni del Festival Europeo del Jazz, sui palcoscenici dei teatri cittadini si esibiscono artisti del calibro di Louis Armstrong, Duke Ellington, Miles Davis – per citarne alcuni – e famosissimi musicisti del panorama afroamericano come Ella Fitzgerald e B.B.King.
Attualmente, alcuni locali storici – Cantina Bentivoglio e Bravo Caffè e il più recente Camera Jazz Club – ospitano ancora importanti rassegne dedicate alla Jazz Music.
Negli anni ’70-’80, la scena bolognese si anima con il movimento underground, che vede protagonisti gruppi come gli Skiantos e i Gaznevada, diventati punti di riferimento per le band di nuova generazione che ora si ispirano alle sonorità più svariate, dall’hip hop, R&B al folk e indie rock. Molti artisti formatisi in quel periodo sono tutt’oggi delle celebrità indiscusse, come ad esempio Francesco Guccini, Gianni Morandi e Lucio Dalla, recentemente scomparso, ma ancora vivo nei cuori di bolognesi e non.
Bologna rimane molto attiva anche in questi ultimi anni, essendo spesso sede di grandi eventi concertistici e fieristici.
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