
Come ha iniziato il suo mestiere?
Un amico, conoscendo la mia passione per i lavori manuali legati al mondo della musica mi ha incoraggiato ad intraprendere questa strada, poiché si trattava di un mestiere che di lì a poco sarebbe caduto nel dimenticatoio, a causa del pensionamento del loro costruttore storico. Dopo aver portato avanti per un anno l’attività di disegnatore meccanico ho deciso di seguire il mio entusiasmo per il mondo delle ocarine e quindi mi sono immerso completamente in questa realtà. Sin dall’inizio ho preso le distanze dallo stile di produzione di Bignami, perché più attento alla quantità che alla qualità, per abbracciare, invece, il modo di fattura di Vicinelli, lo stradivari dell’ocarina.
Com’ è cambiato il suo mestiere nel tempo?
Il mestiere è rimasto lo stesso, perché si tratta di seguire le regole della tradizione e il metodo di costruzione non presenta particolari difficoltà: si tratta di due pezzi di terracotta che vengono stampati, uniti, lisciati con la spugna, segnati e forati.
- Nome
Fabio Menaglio - Città
Budrio - Professione
artigiano dell’ocarina - Contatti
http://www.ocarina.it/
Ha dei progetti per il futuro?
Collegandomi alla domanda di prima, diciamo che i cambiamenti non sono legati alla costruzione, ma alla distribuzione. In questi 28 anni è cambiata molto la tipologia di vendita, diciamo che una volta si aveva principalmente il grossista che vendeva solo ai negozi di strumenti musicali adesso questa catena si sta rompendo, perché il musicista vuole comprare direttamente online, va sempre meno nei negozi.
Com’è il suo rapporto con il territorio?
Ho un legame molto forte con la tradizione, anche se ultimamente attraverso l’innovazione, e un ritrovato entusiasmo per questa realtà, si sta cercando di ampliarne gli orizzonti. Sono nate molto più scuole di ocarine, prima c’era solo la scuola del gruppo ocarinistico, poi è nato un ulteriore gruppo della scuola di musica ‘’Diapason’’. Recentemente Emiliano Bernagozzi, membro del GOB (gruppo ocarinistico budriese), oltre ad aver fondato anche un nuovo gruppo ocarinistico a Molinella, si è occupato di arricchire il repertorio che fino a questo momento era molto limitato.
Tre parole chiave che le fanno pensare a Bologna come città creativa della Musica Unesco
La tradizione, sicuramente è molto importante. Anche nell’ultima conferenza a Bentivoglio, durante la quale si sono incontrati 40 ocarinisti provenienti da tutta Italia, si discuteva sul fatto che l’ocarina nel tempo potrebbe avere degli sviluppi com’è successo per la chitarra. Pur essendo molto aperto all’innovazione, sono convinto che sia importante che la tradizione legata alla manualità sia riconosciuta nell’artigianato artistico. Si potrebbe, altrimenti, perdere quel valore aggiunto degli oggetti che sono simbolo della manualità. Il territorio per me è un altro fattore decisivo, perché è importante che si prendano delle iniziative che abbiano l’intento di tramandare questo sapere anche ai più giovani. Infine, direi come ultima parola le scuole di musica che permettono proprio alla tradizione di prendere forma.
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